Negli ultimi anni, c’è stata la massiccia tendenza a colpevolizzare il consumo di derivati animali e di carne in particolare, imputando a quest’ultima l’aumento del rischio di patologie cardiovascolari, dello sviluppo di tumori e vari altri disturbi.
Ciò che, invece, non si è detto è che la carne è dannosa nella misura in cui noi stessi la rendiamo tale: animali allevati in maniera intensiva, in gabbie strettissime, alimentati con farine animali o mais (i cui metodi di coltivazione industriale sono nocivi al massimo per il prodotto finale), imbottiti di antibiotici e steroidi per aumentare la resa della massa edibile.
Una qualità della vita di queste creature che incide pesantemente sul prodotto finale, laddove sarebbe invece opportuno – anche per noi consumatori – vedere animali che pascolano liberi, che mangiano sano, vario e secondo natura, cui vengono risparmiati trattamenti tanto deleteri.
Avete mai mangiato selvaggina? Ha un gusto molto particolare, forte e tanti di noi non la gradiscono, poichè disabituati a quel gusto così genuino che, però, è indicativo di una carne più salutare, con un ridotto contenuto di colesterolo ed aumentato di acidi grassi Omega3.
Dunque, anche per gli animali vale il detto “siamo quello che mangiamo e beviamo”.
Diversi studi hanno cercato di capire come cambi la qualità della carne e del grasso di animali allevati liberi (non in gabbia) e alimentati con cibi ricchi di omega 3, come ad esempio i semi di chia o di lino.
La carne (il muscolo), in questi casi mantiene le sue qualità organolettiche, mentre il grasso presenta una riduzione nel contenuto di colesterolo ed un innalzamento degli acidi grassi omega 3.
Sono scoperte importantissime, per riuscire a non far eliminare del tutto la carne nella dieta di quei soggetti con un aumentato rischio cardiovascolare o per contrastare l’insorgenza di tumori.
Il nostro organismo è strutturalmente composto di proteine e la maggior parte delle funzioni del nostro metabolismo sono portate avanti da proteine. La nostra stessa capacità di detossinazione (importantissima per contrastare l’insorgenza di tumori e ridurre il rischio cardiovascolare) dipende da un adeguato apporto di proteine provenienti dall’alimentazione, tenendo conto che le fonti vegetali di proteine non hanno un adeguato rapporto aminoacidico. Questo significa che, nel lungo periodo, una dieta vegana porta a delle carenze e a una ridotta capacità di detossinazione, se priva di una appropriata integrazione a base di specifici aminoacidi, carnosina, creatina, vitamina B12 e D3 e DHA (acido decosaesaenoico) .
In conclusione, non possiamo esimerci dal citare la deleteria opera dei media e la diffusa propaganda contro il consumo di carne: siamo bombardati di notizie e articoli che ci hanno portato a pensare che l’unica fonte di tossine provenga da questo alimento, ma non è così!
Noi assumiamo tossine respirando lo smog, bevendo acqua non perfettamente pura o tantissime altre bevande e cibi non salubri che troviamo in commercio, tramite i cosmetici che ci spalmiamo quotidianamente addosso e i detersivi che usiamo in casa.
Certo, a vedere quel piccolo e tenero maialino in foto passa la voglia di mangiare carne, ma se facciamo questa scelta, che sia consapevole e accompagnata da una adeguata integrazione alimentare.