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Antibiotici: non solo resistenze.

Gli antibiotici sono stati la salvezza dell’umanità.
Nel 1928, Alexander Fleming isola la penicillina, estratta da un fungo, creando così il primo antibiotico della storia: fino a quel momento, era possibile e anche frequente morire per semplici infezioni batteriche, che oggi risolveremmo nell’arco di pochissimi giorni. Da allora, sono trascorsi quasi 90 anni di progressi e scoperte scientifiche, di enormi successi e nuove consapevolezze in questo campo specifico della medicina.
Purtroppo, però, sovente l’uomo dimentica l’antico adagio latino “in medio stat virtus” ed eccede,  fin quando è ormai troppo tardi e bisogna correre ai ripari.
L’argomento degli antibiotici mi è molto caro ed il motivo principale è il loro uso indiscriminato perpetrato principalmente a cavallo degli anni ’80, col boom economico e la mancanza di tutte quelle consapevolezze di cui invece siamo ora in possesso.

ERRORI NELL’ASSUNZIONE DEGLI ANTIBIOTICI:

  1. L’assunzione dell’antibiotico durante influenze virali. Quante volte vi è successo, anche da bambini, di prendere un antibiotico per una semplice influenza? Al terzo, se non addirittura al secondo giorno di febbre, è quasi automatico il ricorso a questo genere di farmaci, non tenendo conto che l’influenza è di origine solo ed esclusivamente virale, mentre l’antibiotico agisce solo ed esclusivamente sui batteri, rendendone l’uso, in questo caso, del tutto inadeguato e inutile! Altrettanto errata è la convinzione di dover assumere l’antibiotico dopo il 3° giorno di febbre o quando questa supera i 39°. Questo tipo di farmaco sarebbe preferibile assumerlo dopo aver fatto un tampone con antibiogramma (tampone orofaringeo o vaginale, un esame colturale delle feci, ecc…) sulla zona del corpo colpita da ipotetica infezione, in modo da scegliere consapevolmente a quale antibiotico ricorrere, per non creare resistenze. Capita anche che, per un qualunque intervento, ci venga suggerita l’assunzione di un antibiotico ad ampio spettro per circa cinque giorni e solo a scopo preventivo e non realmente curativo: in questi casi assumetelo, ma attenzione a seguire scrupolosamente i consigli del vostro medico.
  2. In tutti i casi non interrompete l’assunzione prima del previsto, ma proseguitela fino alla fine dei 5 o più giorni come prescritto dal medico (alcuni specifici antibiotici basta assumerli per 2-3 giorni) in quanto, se non assunto per un’adeguata quantità di tempo, può succedere che il farmaco abbia ucciso un determinato numero di batteri, lasciando intatti quelli più forti, che negli anni si moltiplicheranno e saranno sempre più resistenti dei precedenti rispetto agli attacchi dei medicinali, comportando così la nascita di batteri – e malattie! – che sono difficili da debellare, se non impossibili.
  3. E’ meglio consumare carne biologica. Occorre tener conto degli innumerevoli antibiotici somministrati agli animali da macello negli allevamenti intensivi, sostanze che dall’intestino arrivano a contaminare anche le carni, giungendo fino a noi attraverso il consumo di queste ultime. L’uso degli antibiotici negli allevamenti intensivi ha un duplice effetto sul bestiame:
    1. previene e cura eventuali malattie da contagio che tenderebbero a far ammalare gli animali, che vivono in spazi angusti e ammassati;
    2. l’alterazione della flora batterica intestinale fa ingrassare l’animale e questo porterà ad una maggiore produzione di carne. Su questo ultimo punto, chi di voi ha problemi di peso o non li vuole in futuro, ci rifletta.
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I DANNI

La resistenza agli antibiotici da parte di alcuni batteri è un allarme che la comunità medica si sforza di lanciare negli ultimi anni, al fine di sensibilizzare ad un uso molto più moderato, proprio per poter garantire l’azione importantissima e salvavita di questi farmaci in caso di reale ed effettivo bisogno. E’ proprio di pochi mesi fa la notizia che, negli USA, sia stato individuato il primo batterio resistente a tutti gli antibiotici esistenti; un fatto che fa pensare, nella sua versione più pessimistica e apocalittica, ad una pandemia che potrebbe distruggere prima o poi la popolazione.

Quest’uso smodato e sconsiderato degli antibiotici porta ad una serie di effetti collaterali anche gravi, dei quali non riusciamo a prendere coscienza fino a quando, intossicati, non cominciamo a stare male.
Il primo danno enorme che gli antibiotici comportano, è la compromissione della flora batterica intestinale, il cosiddetto microbioma, che recenti studi scientifici hanno confermato come importantissimo, in realtà, per tutto il nostro organismo e principalmente legato al giusto funzionamento del nostro sistema immunitario.
Il microbioma produce diverse sostanze utili al nostro organismo, ad esempio vitamine e ormoni, tra i quali la serotonina, che agisce sull’umore e sul sistema nervoso centrale, supporta l’organismo nella digestione degli alimenti – in soggetti con un sano microbioma la digestione dei prodotti caseari avviene senza problemi, anche in assenza della lattasi, l’enzima a questo preposto –  ed è un importantissimo motore del nostro sistema di detossinazione.
Gli antibiotici, i pesticidi e i diserbanti nel nostro cibo (ecco perchè consumare il più possibile cibo biologico) possono arrivare ad intaccarlo e a comprometterne le funzionalità, causando, insieme ad alcune sostanze che troviamo nel nostro cibo come gli emulsionanti, la permeabilità intestinale (leaky gut).  La parete dell’intestino sana dovrebbe essere IMpermeabile e NON permettere un diretto contatto tra il contenuto intestinale (microbioma, patogeni e cibo) ed il sistema immunitario, che ha sede per il 70% circa nella parete intestinale. Quando siamo affetti da Leaky Gut, invece,  il nostro sistema immunitario entra in contatto con il contenuto del nostro intestino ed entra in allarme comportando, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, malattie come le allergie e le patoloigie autoimmuni. E’ come se aveste delle sentinelle (il nostro sistema immunitario) ininterrottamente di guardia per anni e dopo un pò la carenza di sonno li fa impazzire e li fa sparare a qualunque cosa si muova, compresi i propri compagni.

L’USO CONSAPEVOLE DEGLI ANTIBIOTICI

E’ fondamentale, per proteggere il nostro intestino, assumere dei probiotici in concomitanza alla terapia antibiotica, per far sì che non vi sia un’uccisione indiscriminata di batteri che naturalmente risiedono nel nostro corpo, favorendo invece la crescita incontrollata di altri, come per esempio la Candida, causa di molti fastidi in tantissime persone.

  1. Un probiotico utile è il saccharomyces boulardii, che è un lievito, e non un batterio, e quindi non viene ucciso dall’antibiotico.
  2. Solo dopo una o due settimane dalla fine della terapia antibiotica, si possono prendere altri probiotici che non siano formulati sulla base di un solo ceppo batterico come quelli tradizionali, ma cercarne di quelli comprensivi di 5, se non 10 ceppi batterici differenti, per far sì che il microbioma – che comprende miliardi di batteri differenti – possa essere il più possibile reintegrato delle perdite subite;
  3. è fontamentale che i fermenti lattici che assumiamo abbiano una concentrazione pari a 20/30/40 miliardi e che siano VIVI. Preferite case produttrici conosciute e consolidate, poichè migliore è la marca, più alta è la probabilità che si sia investito, in fase di produzione, sulla qualità della composizione, scegliendo fermenti vivi.
  4. Altra cosa fondamentale, è che la formulazione sia resistente ai succhi gastrici, poichè uno dei maggiori problemi è che i probiotici vengano digeriti durante il passaggio nello stomaco e quindi molto prima del loro arrivo nell’intestino. Qualora vi dia fastidio la capsula gastroresistente, vi raccomandiamo di assumere i probiotici durante il pasto così da permettere ai batteri buoni di proteggersi dai succhi gastrici “nascondendosi” nel cibo ingerito e sopravvivere vivo fino all’intestino. I probiotici in capsule gastroresistenti invece andrebbero assunti circa mezz’ora prima del pasto o a digiuno, anche per evitare la formazione di fastidiosi gas intestinali.
  5. Infine, la durata della terapia con probiotici: negli ultimi congressi è emerso che, per far stabilizzare una buona flora batterica intestinale a seguito di una importante terapia antibiotica, la flora batteria intestinale può impiegare fino a due anni per riprendersi dall’attacco subito. In questi casi, è davvero necessario assumere probiotici anche continuativamente per un anno intero, per poter aiutare il nostro organismo a riprendersi.

 

 

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Dott.ssa Federica Marinelli